Per tanto, tanto tempo, mi sono aggrappato inconsapevolmente con le unghie e con i denti alla mia “zona di comfort”. La cosa buffa è che, fino ad un anno fa, non solo ignoravo di avere una zona di comfort: non sapevo neppure cosa fosse.
Quelli che stiamo vivendo sono tempi assai strani. Abbiamo tanto; per certi versi abbiamo anche troppo, probabilmente… Certamente abbiamo più di quanto ci serva. Eppure percepiamo dentro di noi un vuoto profondo, un senso di mancanza, di incompletezza.
Chissà per quale ragione ci ritroviamo, in occasione della fine di un anno e l’avvento di quello nuovo, con l’obbligo morale verso noi stessi di avere una lista di propositi. Non importa se ci crediamo veramente o meno, non conta quanto ci prendiamo sul serio: il punto è che praticamente ognuno di noi è portato a fare ciò. Chi non ha mai detto (o anche solo pensato) «Anno nuovo, vita nuova»?
Anche quest’anno è arrivato Natale. È arrivato per chi lo aspetta da un anno intero, per chi si lascia pervadere dalla magica atmosfera delle luminarie e da quella inspiegabile sensazione di gioia che nasce da dentro, per chi ama il profumo di cannella.
Per un sacco di tempo, nella mia vita, mi sono preoccupato di comprendere le persone intorno a me. Ritenevo fondamentale riuscire a capire cosa passasse loro per la testa, intuire il loro stato d’animo e i loro bisogni.
Diversi mesi fa, sul nascere della scorsa primavera, un uomo andava cercando sé stesso. Dopo aver dormito per un lunghissimo periodo, dopo essersi limitato a sopravvivere per la maggior parte della sua vita, a viverla come uno spettatore impotente e incapace di cambiare veramente il corso delle cose.
Il buio scende ogni giorno più presto. Fuma il fiato, in certi momenti. Il verde intenso sta lasciando spazio all’arancione ed al rosso… Cadono le foglie: la natura si sta preparando al suo meritato riposo. E nei cassetti hai ancora i tuoi pantaloni corti; cominci ad avere la consapevolezza che non li indosserai più, fino al prossimo anno. E solo ieri erano il sole sul volto, l’odore di estate, i piedi nudi.
Quello che ti sto per dire potrebbe non piacerti. Si tratta di una cosa che sappiamo tutti, eppure nessuno di noi ha piacere di ricordarla: tu un giorno, neppure poi così tanto lontano, morirai. È forse l’unica vera, grande e assoluta certezza che abbiamo fin dal momento in cui veniamo al mondo, nessuno escluso.
Certe volte non hai come la sensazione che la tua vita non sia altro che un continuo ripetersi delle stesse identiche cose, lo stesso copione, giorno dopo giorno? Non ti capita mai di svegliarti la mattina e pensare «uffa, ancora un’altra giornata»?