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Come gestire l’archivio fotografico (e non perdere foto)

Come gestire l’archivio fotografico (e non perdere foto)

Forse anche tu, come me, ogni tanto fai qualche scatto con la tua reflex, ma spesso immortali momenti speciali con lo smartphone. Poi capita che un tuo familiare o un amico ti inviino delle foto che vorresti conservare, oppure qualcuno ti passi una chiavetta con scatti dell’ultima vacanza estiva trascorsa insieme.


Così può essere che ti ritrovi con un sacco di immagini sparse qua e là sul computer, oppure sul telefonino… E inevitabilmente trovare qualcosa diventa quasi impossibile ed i tuoi ricordi sono “in balia degli eventi” (ovvero dei possibili “disastri informatici”: da un giorno all’altro il tuo hard-disk nel computer o la memoria del telefono possono rompersi e tu puoi perdere tutte le tue fotografie).

Cercando su Google si trovano un’infinità di pagine che spiegano la soluzione definitiva per gestire un archivio fotografico digitale. La verità è che non esiste un modo “più giusto di un altro” per farlo: esiste invece il metodo migliore per ognuno di noi, a seconda delle nostre esigenze e di quali strumenti ci sono più congeniali. L’importante è adottare una propria metodologia di archiviazione e impegnarsi a mantenerla.

In questo post andrò a descrivere quello che faccio per salvare e gestire le mie foto, quello che (ad oggi) ritengo essere il metodo migliore per me.
Non è detto che il mio approccio possa fare al caso tuo; tuttavia potresti trovare qualche spunto utile per creare o ottimizzare il tuo personale metodo.
Non aspettarti dunque una vera e propria “guida” o una “soluzione definitiva”, ma bensì dei semplici “appunti”. Certi punti potrebbero sembrarti difficili, ma non demoralizzarti e ricordati che Google è sempre pronto ad aiutarti! 😉

Situazione iniziale e necessità

Desidero poter trovare velocemente i miei ricordi tra le immagini nel mio archivio, accedere ovunque a queste ed avere la sicurezza di non perderle. Non sono un fotografo professionista e non devo archiviare gli scatti per clienti o progetti: si tratta di fotografie personali… Gite, vacanze, momenti di famiglia e tra amici.

Il mio è un archivio “eterogeneo”. Le fotografie hanno risoluzioni differenti e provengono da molteplici fonti:

  • Scattate da me con la reflex (formato RAW, alta risoluzione)
  • Scattate da me tramite lo smartphone (formato JPEG)
  • Scansioni di vecchie fotografie (formato JPEG)
  • Scattate da altri con reflex, macchine fotografiche compatte o telefoni; file originali o compressi da WhatsApp o altri sistemi di condivisione file (formato JPEG, disparate risoluzioni, anche basse)

Le mie necessità, più nel dettaglio, sono le seguenti:

  • Avere un archivio ordinato, all’interno del quale sia semplice riuscire a trovare uno scatto
  • Disporre del pieno controllo sulle foto
  • Gestire i backup delle foto su più supporti
  • Poter accedere all’archivio da un dispositivo mobile per poter rivivere quando voglio questo o quel ricordo con familiari o amici
  • Non avere un legame indissolubile con uno specifico programma o servizio

Un paio di veloci riflessioni. Cosa vuol dire “disporre del pieno controllo sulle proprie foto”? Vuol dire non affidarsi totalmente a sistemi automatici, ma organizzare “manualmente” le proprie fotografie in modo da poter applicare un proprio metodo in modo puntuale ed avere il pieno controllo e consapevolezza di ciò che si sta facendo. Gestire un archivio ordinato inizialmente costa fatica e tempo, ma una volta che si è “a regime” tutto risulta più semplice e veloce e si tratta semplicemente di imporsi un certo rigore.

Gli strumenti che utilizzo attualmente sono il software Adobe Lightroom e il servizio cloud Amazon Photos. Come elencato tra le mie necessità, tuttavia, non voglio essere vincolato per sempre a questi.

Salvataggio delle foto su PC

Supponiamo di aver fatto un’escursione in montagna con gli amici. A fine giornata avremo un po’ di scatti in formato RAW sulla memoria SD della nostra reflex, alcune foto sul nostro cellulare (perché non sempre ci sono tempo e modo di estrarre la macchina dallo zaino)… E nei giorni successivi i nostri compagni di avventura ci invieranno qualche immagine su WhatsApp o tramite email.
La prima cosa che faccio è copiare tutto quanto sul mio PC; questo presuppone di avere una struttura ordinata di cartelle e un metodo di salvataggio.

Struttura delle cartelle (ordine, ordine, ordine)

Utilizzo come base per il mio archivio fotografico la raccolta “Immagini” di Windows, che risiede sulla partizione dati del mio computer. All’interno della cartella “Immagini” ho creato una mia “Photos” e, dentro questa, una generica cartella “Varie” e diverse cartelle per gli anni; in quest’ultime ho diverse sottocartelle, una per ogni album, che nel nome riportano la data in formato anno-mese-giorno o semplicemente anno-mese (in modo da rendere immediati gli ordinamenti e le ricerche) ed una descrizione (solitamente metto semplicemente il luogo, nel caso di passeggiate o vacanze, oppure il nome dell’evento). Dentro le directory degli album, se ho degli scatti in formato RAW, creo un’ulteriore cartella “RAW”.

Quello che mi ritrovo è, dunque, una struttura di questo tipo:

  • Photos
    • Varie
    • 2020
      • 2020-02 Parigi
    • 2019
      • 2019-01-01 Capodanno
      • 2019-03-03 Lago Maggiore Stresa
      • 2019-04-01 QtDay2019 Firenze
      • 2019-06-26 Pizzo Berro
        • RAW
      • 2019-08-03 Laghi Val Gerola
    • 2018
      • 2018-01-28 Varenna
        • RAW
      • 2018-02-08 Compleanno Andrea
      • 2018-09-30 Bellagio
        • RAW
      • 2018-10-12 Cena di famiglia
    • 2017

Il percorso assoluto di una cartella sul mio disco risulta quindi essere, per esempio:

D:\Pictures\Photos\2019\2019-08-03 Laghi Val Gerola

Qualcuno è solito utilizzare anche delle sottocartelle per ogni mese (all’interno di “2019” ci saranno “01”, “02”, … “12”; lo stesso all’interno di 2018 e degli altri anni). Può essere utile, credo, nel caso in cui si abbiano molti album; nel mio caso non ne sento il bisogno (all’interno di ogni anno ho massimo 30-40 cartelle) e mi basta la divisione per anno.

Per salvare le mie nuove foto, dunque, scelgo un nome per identificare questo album (per esempio “Cima Rosetta, Valgerola”) e creo la cartella “2020-08-06 Cima Rosetta, Valgerola” all’interno del percorso D:\Pictures\Photos\2020. All’interno di questa creo anche una cartella “RAW”.

Ora posso copiare tutti i file dalla memoria della mia macchina fotografica all’interno della cartella “RAW” e le immagini che ho sul telefono (sia quelle in /DCIM/Camera che ho scattato io, sia quelle in /WhatsApp/Media/WhatsApp Images che mi hanno inviato gli amici) nella cartella principale (quella che contiene “RAW”).

Nota: cosa metto nella cartella “Photos/Varie”? Immagini scattate con il telefonino o scansionate o ricevute da amici che ho piacere di conservare, ma per cui non ha senso fare un album. Solitamente si tratta di una, massimo due o tre foto relative ad uno stesso evento o momento. Solitamente rinomino i file in modo che compaiano la data e una descrizione, per esempio “2020-07-10 Lorenzo.jpg”.

Selezione delle foto

Sembra scontato, ma non lo è. La maggior parte della gente è solita conservare molte più fotografie del necessario, tenendo scatti molto simili tra loro, foto “sbagliate” (mosse, senza alcun senso o con soggetti non a fuoco). È facile cadere nell’errore di convincersi che “tanto non costa nulla tenerla e sono sempre in tempo a cancellarla”. Ti è mai capitato che una tua coppia di amici ti facesse vedere le 1.620 foto della loro ultima vacanza di una settimana, tenendoti in ostaggio per 4 ore? Se fossero state alcune decine, forse, le avresti guardate volentieri.

Quindi guarda e riguarda le foto, seleziona le migliori (ovviamente privilegiando gli scatti RAW, se sono buoni) pensando a quelle che, quando le riguarderai tra 5 o 10 anni, potranno farti rivivere un’emozione. E cancella tutto ciò che è superfluo: concentrati sull’essenziale.

Verifica delle date

Data ed ora di scatto delle fotografie sono salvati all’interno delle informazioni EXIF del file.

Per le foto scattate con la macchina fotografica e con il telefonino non dovrebbero esserci problemi, se su questi è impostata l’ora corretta. Il problema si ha invece con i file ricevuti tramite WhatsApp. I dati EXIF vengono persi; si ha solo una data-ora contenuti nel nome stesso del file, ma sono relativi all’invio dell’immagini tramite WhatsApp, non allo scatto originale della fotografia.

Vengono quindi utili due strumenti software per Windows: Exif Pilot ed ExifTool. Il primo è dotato di interfaccia grafica ed è molto comodo per sistemare le date su “qualche” fotografia; il secondo invece è un tool a riga di comando che permette di modificare le date su una quantità considerevole di immagini (ma il suo utilizzo richiede la lettura della sua documentazione e di un po’ di pratica).
Tramite queste utility andrò dunque a sistemare le date per le foto che ho ricevuto tramite WhatsApp.

Sviluppo dei file RAW ed export in JPEG

A questo punto nella mia cartella ho una serie di fotografie in formato JPEG e, all’interno della cartella “RAW”, i file in formato originale scattati con la reflex. Tramite il programma Adobe Lightroom vado ad importare nel suo archivio questi file e procedo con la fase di “post-processing” (ruoto eventuali panorami un po’ storti, ritaglio le foto per centrare i soggetti, modifico i parametri di scatto.. Quando lo ritengo utile, aggiungo alle informazioni EXIF le coordinate geografiche, in quanto la mia macchina fotografica non è dotata di GPS).

Terminato lo “sviluppo” degli scatti, esporto i RAW in formato JPEG, abbassandone la risoluzione (tengo il lato più lungo a 2048 px), con una qualità medio-alta (i file JPEG avranno una dimensione intorno ai 2MB e le immagini una qualità più che sufficiente per essere visualizzate su un monitor 24″). Imposto l’export in Lightroom affinché i file vengano nominati “RAW_xxxx.jpg” (dove “xxxx” è il progressivo contenuto nel filename del file RAW, tipo “IMG_3187.CR2“) e vado a salvarli all’interno della cartella dell’album fotografico (insieme alle altre fotografie che ho salvato precedentemente).

Backup su altri supporti

A questo punto, con le fotografie sistemate ed in ordine sul mio PC principale, nella loro cartella, si tratta di pensare al loro salvataggio.

Ci sono molti programmi di backup e sincronizzazione per gestire il salvataggio dei file su altri supporto o in cloud su Internet, ma personalmente preferisco gestire anche questa fase “a mano”.

Una volta che ho terminato tutte le operazioni di cui sopra su un album lo copio (mantenendo la medesima struttura delle directory) su un disco esterno USB e sul computer portatile.

Poi, sfruttando Amazon Photo (incluso in Amazon Prime) ed il suo programma per desktop, vado a salvare l’intera cartella in cloud facendone il backup manualmente (sempre mantenendo la struttura gerarchica delle directory, della struttura con gli anni). In questo modo le mie fotografie, oltre che su 2 computer e su un disco esterno, sono salvate anche in cloud (se ancora ti sfugge cosa sia il “cloud” di cui tanto si parla vai a leggere questa pagina). Amazon Photo incluso con Prime permette di salvare i file in formato RAW, non comprime le immagini e dà spazio illimitato per l’archiviazione.
Il salvataggio su Internet mi dà la sicurezza che, anche se casa mia venisse colpita da un meteorite, non perderò le fotografie (sempre che io stesso non mi trovi in casa nel momento dell’impatto: in tal caso avere le foto al sicuro diventerebbe una questione decisamente trascurabile).

Posso accedere alle foto su Amazon tramite un qualunque PC (via web, andando su Amazon Photo o Amazon Drive), oppure tramite smartphone con installata l’app. Nell’app sullo smarphone dopo che ho importato un album su Amazon, vado a cercare “CR2” per visualizzare i file RAW, a questo punto ne nascondo la visualizzazione (su telefono scorrendo la mia raccolta vedrò solo i file JPEG, ma i file RAW originali resteranno comunque salvati nel caso in cui debba recuperarli un domani); quest’ultimo aspetto, relativamente ai file da mostrare, potrebbe essere un po’ perfezionato in Amazon Photo per velocizzare le operazioni.. Così come potrebbe essere migliorata la gestione dei tag per il riconoscimento volti, che al momento non permettono aggiunte o rimozioni manuali.

Anziché Amazon Photo è possibile usare Google Photo (che permette il salvataggio senza limiti esclusivamente delle immagini che vengono compresse da Google stesso, mentre file RAW o immagini oltre una certa dimensione, se si vogliono tenere a massima risoluzione, richiedono dello spazio di archiviazione che, se supera quello incluso gratuitamente su Google, necessita di un piano a pagamento), oppure DropBox o iCloud (per gli utenti Mac).. Ogni soluzione ha i suoi pro ed i suoi contro.

Conclusioni

Caro lettore, se sei arrivato fino a qui a leggere… Innanzitutto complimenti!
Spero di non averti annoiato troppo con i miei appunti e le mie considerazioni e che tu possa aver trovato qualche spunto e/o qualche informazioni a te utile.

Se hai qualche osservazione riguardo questo articolo, qualche consiglio o altro, lascia un commento!

Ti lascio con una curiosità e con un ultimo consiglio.
Prima la curiosità. Ho iniziato a scrivere questi appunti a settembre 2019.. E l’articolo è rimasto fino ad ora tra le bozze. A distanza di quasi 1 anno utilizzo la stessa metodologia e gli stessi strumenti, trovandomi ancora bene. Ciò che mi preoccupa veramente è come quest’anno sia già passato…
E riguardo il consiglio… I ricordi, quelli veramente preziosi, custodiscili nel tuo cuore. Se ci tieni davvero alle tue fotografie, dopo un’accurata scernita, fai ancora un’ulteriore selezione, più drastica della prima: scegli le 20, 30 o 50 foto che ti emozionano più del tuo viaggio, della tua esperienza, del tuo anno… E stampale. Conservale in un album, mettile nel portafoto sul comodino, appendile in sala in una bella cornice.

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